opera anna maria angelucci

Another place, New Mental Landscapes – intervista ad Anna Maria Angelucci

Anna Maria Angelucci. La sua mostra Inside the Roots è esposta all’interno del progetto artisto di ContestaRockHair Another place – New Mental Landscapes presso il salone ContestaRockHair Testaccio a Roma fino a settembre 2019. Dall’età di sei anni l’arte e la scultura sono sempre state le sue passioni e sono tuttora una grande sfida con se stessa.

anna maria angelucci

Abbiamo fatto due chiacchiere con lei per conoscerla meglio:

Come hai conosciuto il mondo ContestaRockHair?

Ho conosciuto il mondo ContestaRockHair grazie a due amici artisti che hanno esposto nel salone prima di me. Ho notato che c’era una bellissima atmosfera e si respirava il rispetto per l’artista. Quindi, nonostante il luogo non convenzionale, ho potuto vedere – ancora di più – come in questo settore sia oramai sdoganato il concetto di mostra solo in luoghi prettamente artistici come musei o gallerie. In ContestaRockHair ho piacevolmente scoperto un luogo dove si dà dignità all’artista e lo si rispetta a pieno.

staff contestarockhair testaccio

Raccontaci la tua esperienza nel salone di Testaccio a Roma

Il settore dell’hairstyle è per me da sempre molto familiare e atavico. Mia madre era parrucchiera e il mio bisnonno aveva un suo importante salone di bellezza vicino al Parlamento a Roma. Erano i primi del novecento e scrisse inoltre un importante volume: Il manuale del parrucchiere che parlava di estetica a 360′ quindi dei capelli dal punto di vista della moda ma anche dal punto di vista storico, culturale e sociale. Con la scusa dell’estetica parlava di dignità dell’uomo. Per la mostra ho preso spunto dalle ricerche scientifiche della chimica del capello, quelle fatte ai primordi, quelle con i vetrini e attuali.  Se si analizza un capello si vede come all’interno dello stesso c’è un universo. Ho voluto quindi dare una connotazione non propriamente estetica bensì l’ho ingrandito, sezionato e reinventato, l’ho studiato scoprendo moltissime cose, una fra tutte il tema dell’universalità fra tutti gli esseri umani e viventi in genere. Possono essere lisci, ricci, mossi, ma la struttura resta la stessa, appunto, universale.

Hai ricevuto feedback positivi dai clienti del salone?

Arrivare alle persone direttamente senza corollari intellettuali è stato fantastico. Le persone vanno dal parrucchiere per ovvie esigenze estetiche ma da ‘Contesta’ a Testaccio, si trovano inevitabilmente catapultate in un mondo non propriamente tradizionale, ci sono i libri, i quadri, le opere d’arte. Ho trovato ottima questa esperienza da ogni punto di vista. Il progetto a cui ho preso parte, Another Place – New Mental Landscapes curato da Simonetta Santopaolo lo trovo molto intelligente e democratico. L’arte – è vero che è un linguaggio ermetico – ma ciò non toglie che possa essere veicolato anche  in luoghi non convenzionali e che possa arrivare a tutti.

La biografia di Anna Maria Angelucci

Anna Maria Angelucci nasce a Roma dove vive e lavora. Dopo il liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti sezione Scenografia inizia la sua carriera nel ’90 con ricerche pittoriche su carta, installazioni e rady-made. Dal 1992 al 1997 viaggia in Spagna dove approfondisce tecniche di incisione e partecipa a numerose esposizioni e progetti culturali. In Germania alla Galerie fur ZEITKUNST di Bamberg nel 1997 realizza la sua prima personale “cinco sentidos” un corpo di opere in tecnica mista e installazione. Dal 2000 espone in Italia e inizia una ricerca con una molteplicità di materiali e supporti, dalla pittura alla post-produzione fotografica alla scultura in terracotta, dal video alle installazioni. Attenta ai temi ontologici unisce il discorso autorale al concetto e alla ricerca. Nel 2017 collabora con l’Istituto Italiano di Cultura del Guatemala e realizza la sua prima conferenza “Accenni di ricerca alla comprensione dell’arte contemporanea” contestualmente realizza workshop e mostre di arte visiva a giovani artisti internazionali. Alcune  sue opere sono proprietà della Fundacion Paiz di Città Guatemala. Al Macro Museo di Arte Contemporanea di Roma a Luglio 2019 partecipa con una residenza d’artista all’interno del progetto Macro Asilo realizzando un grande speciale monotipo in plastilina su carta TNT, tecnica inedita creata dall’artista.

La mia ricerca parte con una formazione canonica, studi classici artistici,  la scelta di essere un’artista l’ho vissuta sempre bene, nonostante gli inevitabili momenti di incertezza, sono cresciuta negli anni Ottanta in cui spopolava la Transavanguardia e ho sperimentato moltissimo. La mia arte è fatta di multi tecniche e multi linguaggi.

La mostra Inside The Roots

In questo lavoro Anna Maria Angelucci parte da uno studio scientifico del capello che viene sezionato e analizzato al microscopio, per evidenziarne tutti gli elementi costitutivi. Arte e scienza si incontrano: attraverso il metodo deduttivo si giunge a mettere in evidenza le componenti chimiche presenti in questo elemento organico, le stesse che peraltro
appaiono in misura differente anche nelle fibre vegetali e animali. “Un’occasione – spiega la curatrice, Simona Santopaolo – per ricordarci che facciamo parte di un unicum in cui le peculiarità di ciascuno si inscrivono all’interno di confini più ampi. Ciò che la Angelucci fa, attraverso questo lavoro originalissimo, è proprio quello di indurci a una riflessione profonda sugli elementi identitari e culturali dell’uomo, all’interno di una sequenza cronologica”. Tre tipologie di capello: quello afro, quello caucasico e quello europeo, per ricondurre lo spettatore alle origini dell’umanità, in tre diversi contesti geografici.