Another Place, New Mental Landscapes – intervista a Giusy Lauriola
Another Place è un progetto artistico e culturale che coinvolge tutti i saloni ContestaRockHair ed è curato da Simona Santopaolo. È un contenitore culturale che ha come obiettivo quello di far vivere l’arte in luoghi non convenzionali: i saloni. Spazi abitualmente preposti ad attività commerciali che, inizialmente, possono creare una sorta di spaesamento, ma che invece, garantiscono un circuito virtuoso di idee e influenze reciproche.
Another Place è un brand culturale che abbraccia tre grandi concetti:
- Alterità
- Diversità
- Comunanza
Tre elementi, che fin dall’inizio hanno ispirato i creatori del brand ContestaRockHair e che sposano appieno la loro filosofia. Forme di coesistenze possibili di genere e di senso di etnia rappresentano la sfida più grande dell’oggi. La riflessione passa proprio nell’elaborazione concettuale della formazione delle identità culturali e, di come queste, possono costituirsi solo attraverso il riconoscimento dell’altro. Nel fare ciò il linguaggio artistico è un viatico di eccellenza che apre i cuori e le menti.
Gli artisti vengono selezionati accuratamente dalla curatrice Simona Santopaolo in base al loro progetto che, inevitabilmente, risponde ai grandi concetti del progetto. Gli artisti si lasciano ispirare e contaminare dal mondo ContestaRockHair e ispirano, a loro volta, tutto il gruppo, i clienti e tutte le persone che si trovano a vivere il salone. Plus per gli espositori è la possibilità di rendere la loro mostra itinerante e visibile a livello planetario transitando nei saloni di: Roma, Firenze, Shanghai, Miami e New York. Per esempio, dopo Antonio Ranesi con la sua esibizione nel salone di New York The Sky above Rome, anche Alessandro Calizza esporrà prossimamente a New York con la mostra Stoned, dopo avere già esposto a Roma nel salone di Testaccio.
Giusy Lauriola – SIXTYSTEPS
Giusy Lauriola è nata a Roma, dove vive e lavora. Il suo talento si manifesta attraverso idee e sensazioni interiori le quali esplicitate su tela incontrano resina e plexiglas. La sua mostra SIXTYSTEPS è in mostra nel salone di Testaccio a Roma fino a marzo 2019. Un lungo romanzo visivo di donne, un racconto attraverso le tele che ruota attorno alla figura femminile, tema molto caro alla Lauriola, che è di fatto divenuta il perno di una ricerca maturata negli anni e frutto di un confronto introspettivo e poi comparativo esplicitato su supporto pittorico. Nei suoi lavori c’è un dualismo quasi esistenziale tra il suo bisogno di controllo e la tentazione di vincerlo, lasciando che la resina faccia la sua fluida e magica azione.
Come hai conosciuto la realtà ContestaRockHair?
Il mio studio è a pochi passi dal salone ContestRockHair di Testaccio. Sono rimasta colpita dallo spazio bellissimo e luminoso, tanto che, inizialmente, non credevo fosse un salone di parrucchiere. Poi, una sera, sono stata invitata lì per un evento artistico e, anche quella sera, tutto continuava a sembrare, meno che uno spazio dove ci si prende cura dei capelli. Incontro la curatrice Simona Santopaolo, ed è così che inizio a scoprire la realtà ContestaRockhair. Simona mi ha raccontato con entusiasmo il suo progetto Another Place e, da subito, ho pensato che le mie opere fossero in perfetta sintonia con il progetto artistico e in perfetta armonia con la filosofia espositiva del brand.
Perché hai deciso di esporre in un salone?
Le mie opere toccano il sociale e si trovavano a sposare perfettamente ciò che Another Place vuole raccontare. Le mie donne sono donne trasparenti – liquide – fragili. Le ritraggo nei miei quadri e rappresentano la condizione di molte donne, oggi, come nel passato. Il mio messaggio artistico abbracciava quindi, perfettamente uno dei tre concetti del progetto: l’alterità. Inoltre, l’idea di esporre i miei quadri in un luogo non convenzionale mi ha incuriosita. Uscire dai luoghi convenzionali è un modo per raggiungere molteplici persone, anche coloro che non entrerebbero mai in una galleria. Condividere l’arte, ma in modo diverso.
Cosa ti ha portato esporre da ContestaRockHair?
Questo progetto presuppone la possibilità di esporre non solo nei saloni italiani, ma anche all’estero. Sicuramente la possibilità di vedere la mie opere a Miami, Shanghai o a New York è stato un valore aggiuntivo. Rendere una mostra o un’esposizione itinerante è molto stimolante per un artista. Se dovessi esporre le mie opere in un salone all’estero, mi piacerebbe coinvolgere direttamente il pubblico nel processo creativo attraverso l’arte partecipata: dare alle persone l’opportunità di divenire coautori, editor e osservatori dell’opera. Sarebbe bellissimo dare voce alle mie donne donne liquide: lasciare accanto alla mia opere un foglio bianco dove le donne (in anonimato) posso finalmente raccontarsi senza paura e possono esporre la loro condizione, la loro forza e la loro fragilità.