ContestaRockHair per “Nome di battaglia LILA”
In occasione del World AIDS Day ContestaRockHair invita alla visione di Nome di Battaglia Lila, il docufilm di Simone Pera che racconta trent’anni di lotte per la dignità delle persone con HIV, per la prevenzione, per il diritto alla salute, una battaglia che non è ancora finita!
Il 1 dicembre è il WORLD AIDS DAY, la Giornata mondiale contro l’AIDS ideata nel 1987 da UNAIDS, Programma delle Nazioni Unite che ogni anno produce e pubblica un’approfondita istantanea della realtà sul tema della diffusione del virus HIV su scala globale.
È in questo scenario che fin dal 2003 ContestaRockHair si unisce a LILA – Lega Italiana per la lotta contro l’AIDS per il lancio di #AIDSISNOTDEAD, una campagna annuale di sensibilizzazione all’uso del condom.
Quest’anno, per la prima volta dopo 17 edizioni, la pandemia da Covid ha impedito al brand internazionale di hairstyle di promuovere il tradizionale evento di lancio e raccolta fondi che negli anni ha sempre voluto sostenere le numerose e importanti battaglie di cui LILA è promotrice.
Il 1 dicembre 2020, con l’obiettivo di riaffermare il profondo legame con LILA e di non disperdere il tenace lavoro di sensibilizzazione rivolto alla propria community ContestaRockHair invita alla visione di “NOME DI BATTAGLIA LILA”, il docufilm di Simone Pera che racconta trent’anni di lotte per la dignità delle persone con HIV, per la prevenzione, per il diritto alla salute. Una storia che non è ancora finita e che la pandemia da Covid rende più che mai attuale.
Il docufilm, di quarantatré minuti, raccoglie documenti, interviste, testimonianze di quegli anni dolorosi, e per certi versi esaltanti, che hanno segnato la nascita dell’attivismo delle persone con HIV e cambiato i rapporti di forza tra istituzioni e movimenti per i diritti umani.
“Nome di battaglia LILA” getta, tuttavia, lo sguardo anche al futuro. Per sconfiggere l’HIV/AIDS e per assicurare diritti e salute, c’è ancora molto da fare mentre l’epidemia da Covid rischia di rimettere in discussione gli elevati livelli di cura raggiunti e di far arretrare i programmi di prevenzione: “La pandemia e la crisi del sistema sanitario stanno impedendo alle persone con HIV di accedere a visite, controlli e talvolta alle terapie, così come si stanno bloccando i servizi di testing e prevenzione – denuncia il Presidente Nazionale della LILA, Massimo Oldrini– i danni prodotti da questa situazione avranno ripercussioni drammatiche sulla vita delle persone e, in prospettiva, sulla sconfitta dell’AIDS prevista dagli Obiettivi ONU di Sviluppo Sostenibile per il 2030”. Già entro la fine di quest’anno l’Italia, come gli altri paesi membri, avrebbe dovuto centrare il target intermedio dell’Agenda 2030, riassunto dall’ONU con la formula “90-90-90” che prevede, entro il 2020, di rendere consapevoli il 90% delle persone con HIV del proprio stato sierologico assicurando a questo 90% l’accesso alle terapie e la soppressione della carica virale. “Sul primo obiettivo eravamo già molto indietro e, con i servizi di testing a regime ridotto, difficilmente il gap sarà colmato entro il 2020 – spiega ancora Oldrini – ma ora rischiamo di arretrare anche su accesso alle terapie e soppressione virologica, target che avevamo invece centrato in anticipo”. Dal film, dunque, ci arriva anche una chiave per interpretare il nostro difficile presente e riflettere sulle sfide future di una storia che continua.
Il documentario, disponibile anche sottotitolato per non udenti e in lingua
inglese, è online sul sito della Lila.